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deve piuttosto costruire un processo che promuova in ogni luogo il confronto acceso e aperto fra
le conoscenze parziali detenute da una moltitudine di individui, favorisca l’innovazione e
consenta decisioni sottoposte a una continua verifica degli esiti, sfruttando le potenzialità nuove
della Rete e dando continuamente forma alle preferenze e alle scelte nazionali.
Costruire in Italia questo metodo di governo della cosa pubblica richiede un “passo del cavalloâ€,
che, in una mossa sola, adegui finalmente la macchina pubblica ad alcuni metodi e prassi che la
soluzione socialdemocratica e la soluzione minimalista ci hanno da tempo consegnato, e realizzi
i requisiti propri dello sperimentalismo.
Il partito palestra
A questo fine, per realizzare i profondi cambiamenti che la procedura deliberativa aperta
richiede e superare le dure resistenze che il rinnovamento incontrerà in coloro che dalla perversa
fratellanza fra parti e Stato hanno tratto guadagno e potere, sono necessari un aperto e governato
conflitto sociale e la coesione attorno ad alcuni convincimenti generali che parlino ai nostri
sentimenti.
Serve allora un partito di sinistra saldamente radicato nel territorio che, richiamandosi con forza
ad alcuni convincimenti generali, solleciti e dia esiti operativi e ragionevoli a questo conflitto.
Serve un “partito palestra†che, essendo animato dalla partecipazione e dal volontariato,
praticando volontariato e traendo da ciò la propria legittimazione e dagli iscritti e simpatizzanti
una parte determinante del proprio finanziamento, sia capace di promuovere la ricerca continua
e faticosa di soluzioni per l’uso efficace e giusto del pubblico denaro. Serve un partito che torni,
come nei partiti di massa, a essere non solo strumento di selezione dei componenti degli organi
costituzionali e di governo dello Stato, ma anche “sfidante dello Stato stesso†attraverso
l’elaborazione e la rivendicazione di soluzioni per l’azione pubblica. Serve un partito che
realizzi questi obiettivi sviluppando un tratto che nei partiti di massa tendeva a rimanere
circoscritto alle “avanguardieâ€, ossia realizzando una diffusa “mobilitazione cognitivaâ€.
Il partito di sinistra che serve al paese non è, dunque, il partito scuola di vita (e di lotta), il
partito di massa dove si ascoltano bisogni e si insegna “la linea†per ottenere soddisfazione di
quei bisogni e costruire il nuovo “avvenire†prefigurato dalla cultura di partenenza. Non è certo
il partito di occupazione dello Stato, dove si vende e si compra di tutto: prebende, ruoli,
pensioni, appalti, concessioni, ma anche regole, visioni, idee. Non è neppure il partito liquido,
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